Al Teatro Camploy di Verona, il 25 marzo 2010 è stata assegnata a Simona Severini la borsa di studio "Luciano Zorzella".

"Standing ovation" al Camploy per Simona Severini.
Anche se la sua esibizione è stata contenuta nella quantità, per evidenti necessità dell’ottima programmazione della serata, Simona non si è risparmiata nella qualità della sua performance.

Ha così confermato la legittimità della scelta fatta dalla commissione giudicatrice che aveva rilevato in lei un talento di levatura assolutamente superiore.
Avventurarsi nel tema "Goodbye Pork Pie Hat" che Charlie Mingus aveva composto nel 1959 in omaggio al grande tenorsassofonista Lester Young, scomparso poco tempo prima, per un cantante può essere "fatale".
 

La complessità del brano, con le sue continue intricate modulazioni, può condurre in un aspro percorso senza una chiara via d’uscita. Per Simona invece si è trattato di un’occasione per far apprezzare sia le sue grandi doti vocali, sia per far immedesimare il pubblico presente con lo spirito compositivo di Mingus. Il pezzo, con il suo andamento sinuoso e accattivante, ripropone il sound e la tecnica di Lester Young e la nostra brava singer ne ha ben colto il messaggio e si è proposta in veste strumentale.
Brava, anche considerando la sua giovane età ed anche il fatto che l’esperienza che via via farà negli anni a venire le darà ancora maggiore padronanza dei suoi grandi mezzi vocali. Ad ottobre di quest’anno la risentiremo in occasione della registrazione su CD che le è stata donata dal Circolo del Jazz di Verona e dal nostro sponsor A.C. & E.
Che dire degli altri partecipanti alla bella serata: la University Big Band, sotto la direzione dell’amico Rizzardo, è una macchina da guerra che in tutte le situazioni risulta vincente ed appassionante. E' una delle più belle realtà musicali del nostro territorio.
Il grande Marco Pasetto, che passa dalla pearà a Mingus come se niente fosse, ha dimostrato ancora una volta che il jazz, oltre che una sublime forma d’arte musicale, è anche divertimento e passione.


 

Al Teatro Camploy di Verona, il 5 marzo 2009 è stata assegnata a Mattia Cigalini la borsa di studio "Luciano Zorzella".

Il 4/3/43 nasceva Luciano Zorzella: batterista jazz, agente, manager e organizzatore veronese che svolse un'intensa attività nella nostra provincia e che legò il suo nome soprattutto alla University Big Band (di cui divenne direttore artistico e animatore nella seconda metà degli anni ’90) e alla Big Band Ritmo Sinfonica.

Per rievocarne la passione musicale e la verve, a due anni e mezzo dalla scomparsa, giovedì 5 marzo al Teatro Camploy è tornata per il secondo anno consecutivo la manifestazione «Ricordando Luciano», una serata organizzata dalla Doc Servizi e dal CSM in collaborazione con l'assessorato alla cultura del Comune.

Sul palco si sono alternate le due big band di cui Zorzella fu per anni batterista e con l'occasione è stato consegnato un premio di 1000 euro all'altosassofonista piacentino Mattia Cigalini.
 

E' lui infatti il vincitore della seconda edizione della borsa di studio in memoria di Luciano Zorzella messa in palio dalla Doc Servizi e attribuita da una giuria di esperti a un giovane jazzista italiano meritevole.
Cigalini, nonostante i suoi vent'anni, ha già collaborato con i principali jazzisti italiani e soprattutto ha fatto incetta di prestigiosi riconoscimenti.

Il Circolo del Jazz di Verona, per l'interessamento del suo presidente Umberto Bonani, ha contribuito all'affermazione di questo artista, facendolo suonare per la prima volta a Verona (vedi in "Programmi" i concerti del 1/09/2008 e del 26/11/2009) e provvedendo di propria iniziativa ad editare un CD lui dedicato, con la sponsorizzazione della società Advanced Consulting & Engineering. Questo CD ha determinato la scelta della commissione nei suoi confronti, come da lui stesso, e dagli organizzatori, affermato durante la premiazione.



  Chet Baker...  il mito della tromba jazz.
Nel ventesimo anniversario della morte del grande trombettista, presso il Circolo del Jazz, è stata presentata una selezione di video e audio incisi negli anni 1987/88.

Breve biografia di Chet Baker


Chesney H. Baker nasce il 23 dicembre del 1929 a Yale, in Oklahoma, USA, e muore ad Amsterdam il 13 maggio 1988.
Uno dei trombettisti di maggior lirismo nella scena jazz successiva alla seconda guerra mondiale, Chet Baker con il suono deliberatamente fragile della sua tromba ha rappresentato uno dei principali punti di riferimento per i musicisti jazz degli anni ’50.
Dopo aver studiato musica mentre prestava servizio militare, Baker iniziò ben presto a suonare con Charlie Parker, anche se il suo ingresso nella storia del jazz avvenne con la formazione del "Pianoless Quartet" (quartetto senza piano, composto dalla ritmica e due fiati) costituito insieme al sassofonista Gerry Mulligan.
Dopo essere tornato per un breve periodo a suonare con Parker, Baker decise di mettere in piedi una propria formazione, ma in breve non riuscì a tenersi lontano dalle tentazioni della fama. Cadde in una profonda dipendenza da eroina, e il resto della sua vita si tramutò in un contrastato rapporto di odio/amore con ‘la roba’, che finì per portarlo anche in carcere, in Italia.
La svolta centrale della sua carriera, anch’essa legata alla droga, avvenne quando alcuni "riscossori di crediti" gli fracassarono la mascella per dei debiti non pagati: seguì per Chet Baker un lungo periodo di inattività e una serie di operazioni che gli ricostruirono la parte, permettendogli, quasi miracolosamente, di tornare a suonare. A quel punto il suo suono si fece ancora più inconfondibile, ora un soffio di tromba ora un filo di voce con cui cantare, in modo commovente, le immortali parole dei vecchi standard americani.
Tra le sue varie escursioni musicali ne ricordiamo una come ospite di Elvis Costello e una insieme al cantautore italiano Nino Buonocore. Il suo periodo forse migliore, negli anni più recenti della sua carriera, è legato al lavoro fatto con un trio di stanza in Danimarca che lo vedeva in compagnia di Doug Raney e Niels Pedersen. Il fotografo e regista Bruce Weber decise di rinfrescarne il mito girando un film su di lui, lo splendido "Let’s get lost", ma Baker morì poco dopo la fine delle riprese, cadendo (suicidio oppure omicidio, nessuno seppe mai spiegarlo) dalla finestra di un alberghetto di Amsterdam.
           
Alcuni brani famosi di Chet Baker, dal 1952 al 1988   
Si consiglia di ascoltare con altoparlanti esterni di buona qualità

My Funny Valentine

1952 (Rodgers, Hart)  Chet Baker tr.-Gerry Mulligan bar.sax-Carson Smith bass-Chico Hamilton dr 2:56

Pro Defunctus

1953 (Jack Montrose) Chet Baker tr.- Herb Geller alto sax-Jack Montrose tenor sax-Bob Gordon barit.sax-Russ Freemann piano-Joe Mondragon bass-Shelly Manne dr 3:27

Let's Get Lost

1955 (Loesser, McHugh) Chet Baker vocal,tr.-Russ Freemann piano-Jimmy Bond bass-Lawrence Marble dr 3:44

Love Nest

1956 (Harbach, Hirsch) Chet Baker tr.-Russ Freemann piano-Leroy Vinnegar bass-
Shelly Manne dr
4:18

Over The Rainbow

1962 (Arlen, Harburg) Chet Baker tr.-Bobby Jaspar ten.sax,flute-
Amadeo Tommasi piano-Rene Thomas guit-Benoit Quersin bass-Daniel Humair dr
3:28
Well You Needn't 1962 (Thelonius Monk) Chet Baker tr.-Bobby Jaspar ten.sax,flute-
Amadeo Tommasi piano-Rene Thomas guit-Benoit Quersin bass-Daniel Humair dr
2:56
The Best Thing For You 1977 (Irving Berlin) Chet Baker tr.-Richie Beirach,Kenny Baron piano-Ron Carter bass-
Tony Williams dr
6:20
But Not For Me 1979 (George,Ira Gershwin) Chet Baker vocal,tr.- Dough Raney guit-Neils Pedersen bass 6:02
My Funny Valentine 1988 (Rodgers, Hart) Chet Baker vocal,tr.- Walter Norris piano-John Schröder guit 9:35
     

Le due precedenti foto in Home-Page del Circolo del Jazz e l'attuale, lo stesso motivo:

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la famosa "Preservation Hall" di New Orleans.

La Preservation Hall è situata nel quartiere francese di New Orleans, a tre isolati dal Mississippi. Esternamente ha un aspetto piuttosto squallido, con un'insegna pressoché illeggibile. Inizialmente costruita come residenza nel 1750, divenne in seguito una taverna, un alloggio, uno studio fotografico, una galleria d'arte.
Agli albori del Jazz di New Orleans, venne frequentata dai suoi pionieri, dei quali sono conservati all'interno diversi ritratti.
Nel 1961 fu ufficialmente aperta con l'attuale nome, come un santuario per "preservare" e onorare il tradizionale Jazz di New Orleans, a seguito della sua progressiva perdita di popolarità causata dal Jazz moderno e da altri stili.
Allan e Sandra Jaffe, i fondatori, hanno voluto creare un luogo dove i musicisti potessero suonare in quello stile, da loro tanto amato.
Ora, dopo oltre 45 anni, la "Preservation" funziona ancora regolarmente, di norma quattro giorni ogni settimana, dal giovedì alla domenica.
Oltre alla "Band" ufficiale, soggetta peraltro a diversi turn-over, si alternano vari altri complessi ospiti.
Per lo più sono anziani dilettanti, lo stile è semplice e non proprio virtuosistico, ma la passione è grande e la tradizione e il folklore trionfano.
Nonostante l'ingresso di 10$, sono collocati a terra alcuni cuscini, qualche panca e poche sedie (vedi la prima foto) e le richieste si pagano. Si noti infatti il cartello appeso alla parete recante le tariffe:
    Traditional request $2
    Others $5
    The Saints $10

Per le richieste di tradizionale 2 dollari, altre richieste 5 dollari, per "The Saints" 10 dollari. Quest'ultima voce si riferisce al famoso pezzo "When the saints go marching in", cavallo di battaglia della Hall, il più richiesto e suonato innumerevoli volte.
Un altro cartello più in alto avverte:
    No Audio Video, No flash photography
Evidentemente si tiene molto ai diritti d'autore.

l'esterno

la Band all'esterno

l'insegna


Per visitare il sito originale della Preservation Hall, cliccare l'indirizzo sottostante. Nel sito cliccare sul bottone "Hall": potrete fare una visita interattiva dell'edificio. In ogni veduta dell'interno, puntando il cursore sui punti luminosi lampeggianti, viene ingrandito il particolare.
Si consiglia inoltre di entrare nella sezione "Hall Site", cliccare su "Gallery" e quindi nella sezione "Video" avviare il delizioso videoclip su New Orleans "I Can't Give You Anything But Love".
Il tutto è stato realizzato con una eccellente grafica, nello stile vetusto e consunto della Hall.

Sito della Preservation Hall:   www.preservationhall.com


Scomparso il 23/12/2007 Oscar Peterson, uno dei "grandi" del Jazz

1958

1971

2005

Oscar Peterson , pianista jazz canadese,  nacque a Montreal il 15 agosto 1925 ed è morto a Mississauga (Toronto) il 23 dicembre 2007.
Straordinario virtuoso del pianoforte è stato probabilmente uno tra i pianisti più prolifici della storia del Jazz.
Musicista dapprima del folto gruppo della editrice Verve, diventò poi negli anni '50 personalmente e incontestabilmente famoso nella musica jazz.
La sua sbalorditiva tecnica, il suo irruente swing, lo collocano tra i grandi di questa musica.
Il suo stile di origine blues deriva certamente dal suo predecessore e maestro Art Tatum. Le sue innumerevoli incisioni sono state eseguite assieme ai più grandi pilastri della storia del jazz. Il suo periodo migliore fu tra il 1950 e il 1960 quando suonò accanto a Ella Fitzgerald, Anita O'Day, Stan Getz e Lester Young.
Famose le registrazioni del 1956 a fianco di Louis Armstrong e Ella Fitzgerald, ed in seguito la creazione del famosissimo Oscar Peterson trio (1958), formato dallo stesso Peterson - piano, Ray Brown - contrabbasso e Ed Thigpen - batteria, a volte sostituita dalla chitarra di Barney Kessel o Herb Ellis.
Nel 1993 un ictus lo aveva lasciato semiparalizzato e in precarie condizioni di salute, per cui negli ultimi tempi era stato costretto a cancellare più volte concerti, compreso uno importante previsto all'edizione 2007 del Toronto Jazz Festival.
Tuttavia in circa due anni Peterson riuscì a recuperare quasi totalmente la mobilità alla mano sinistra.
Il suo ultimo concerto (A Night in Vienna) fu tenuto appunto a Vienna nel 2003 nella Sala Dorata del Musikverein.

Alcuni brani dell' "Oscar Peterson Trio":

Liza                             4:29

Close Your Eyes      5:42

My Heart Stood Still 5:40

I Feel Pretty             4:26

Un catatteristico video di Oscar Peterson: 

Questo concerto è stato registrato in Giappone, a Tokio, nel 1983

Sentite come il grande Oscar è riuscito a interpretare il melodico valzer "Alice in wonderland" (Alice nel paese delle meraviglie), trasformandolo in un brano Jazz di grande virtuosismo.

Gli altri componentti del quartetto:
- Joe Pass - chitarra,
- Niels Pedersen - basso,
- Martin Drew - batteria.